Royalties anche ai coloristi!

Vi traduco un interessante articolo (qui la versione originale) Che riguarda i diritti di royalties anche ai coloristi (oltre che ai disegnatori ed ai soggettisti.)
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Di recente, l’artista Yanick Paquette ha richiamato l’attenzione sul fatto che alcuni editori non pagano alcun tipo di canone o non danno copertura di crediti ad uno dei più importanti ed uno dei lavori creativi più duri, il lavoro del colorista.
Ho raggiunto a uno dei migliori, Rico Renzi, colorista di FBP di Vertigo e DOG OF WAR di Scholastic Graphix , per avere la sua opinione sul perché succede questo.
Rico Renzi ha detto:
Grazie per avermelo chiesto Devon! Si tratta una questione molto importante per me, anche se io sono di parte.
I crediti sulla cover sono semplici e dovrebbero essere lo standard su tutti i fumetti. Il colorista ha contribuito a rendere l’arte quella che è al risultato finale e gli va riconosciuto di conseguenza.
Gli artisti in genere non fanno fumetti per i soldi. E ‘per la libertà creativa ed i crediti. E ‘il motivo per cui gli animatori e i registi vogliono fare fumetti. La possibilità di creare qualcosa di puro e di avere il proprio nome sulla cosa che hai fatto o hai contribuito a creare.
Per le royalties è più complicato. Intendo che le royalties implicano la proprietà. Alcune persone non gradiscono condividere a livello paritario creatore-creatore così si può capire perché sarebbe ancora più difficile convincere una società che questo dovrebbe essere lo standard.
Forse potremmo chiamarlo incentivo sulla vendita o punteggio. Se qualcosa fa scattare l’interesse e il fumetto comincia a vendere come un matto o viene adattato per videogiochi, TV o cinema, il team creativo che ha gettato le basi per quel IP dovrebbe essere ricompensato. Posso parlare solo per me, come colorista, porto qualcosa di unico alla tavola. Il mio lavoro è andare a influenzare l’aspetto di ciò che viene dopo. Se qualcosa ha successo (la maggior parte delle cose non lo hanno), tutti dovrebbero raccoglierne i frutti per la creatività, il tempo ed il duro lavoro che hanno messo in un progetto.
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Io sono completamente d’accordo con la questione sollevata. Al fumetto a cui lavoro (per il gusto di farlo e basta, al momento) che abbiamo creato con Luigi Chialvo (Ismaele e le Cronache di Akronya, lo potete trovare gratuitamente on line qui) l’ingresso nel team di lavoro del colorista Francesco Segala ha significato molto.
Contribuisce alla cifra stilistica e a dare luce e dimensione all’universo narrativo a cui stiamo lavorando giornalmente, mettendoci del suo.
Senza lui, nel migliore dei casi, Ismaele sarebbe diverso.
E’ quindi giusto che il suo nome sia grosso quanto il mio o quello di Luigi.
Voi che ne pensate?
Qui sotto potete notare la differenza fra una tavola solo chinata ed una con l’apporto del colorista.