Divagazioni sull’Arte Contemporanea di Pietro Rotelli

di pittrotelli

Ecco, solo per dirvi che Daniel di cultartes.com mi ha dato carta bianca per scrivere quel che voglio sull’arte. Ho deciso di partire con una serie di considerazioni (quindi un articolo a puntate) sull’arte contemporanea. Qui di seguito il primo articolo della serie

Divagazioni sull’Arte Contemporanea

di Pietro Rotelli

Parte Prima: Cosa?

Cominciamo dalle cose semplici: che cos’è l’arte contemporanea? Leggendo in giro, possiamo dire che genericamente l’arte Contemporanea comincia dopo il post impressionismo.

E quando finisce? In realtà non è mai finito il periodo contemporaneo, intanto perchè contemporaneo è sempre. E poi perchè manca una scuola o una corrente artistica dominante generalmente riconosciuta.

Potenzialmente l’arte contemporanea, per definizione, potrebbe non finire mai.

Perfetto. Passiamo ad altre cose che possiamo mettere fra le certezze: Chi è che può definirsi artista contemporaneo? Beuys sosteneva che tutti possono essere artisti.

Ok, e che cosa è arte contemporanea? Duchamp lo dice chiaramente: qualsiasi cosa.

E allora, dove la troviamo l’arte? Nel 2014, grazie ad internet la risposta ovvia è: ovunque.

Quindi, ricapitoliamo: L’arte contemporanea è quella corrente cha parte dal post-impressionismo e tende ad infinito, i cui esponenti sono tutti, le cui opere sono qualsiasi cosa e sono poste ovunque.

Certo, messa così non è che sia molto indicativa. Il pensiero che una caramella sotto un tavolo, postata su facebook da un quattordicenne possa essere definita opera d’arte solo perchè qualcuno ha deciso di scriverlo sotto l’immagine, è leggermente alienante. E non solo per gli integralisti del rinascimento.

Ed allora cosa definisce l’arte? il vocabolario dice: “Qualsiasi forma di attività dell’uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva.”

Ora, anche se la caramella sotto un tavolo può essere ritenuta una “esaltazione del talento inventivo”, non è assolutamente richiesta alcuna capacità espressiva. E quindi che cosa separa la caramella del quattordicenne su facebook da una caramella sotto un tavolo al MoMa? Verrebbe da rispondere: i soldi, le conoscenze e il curatore giusto.

Alcuni sostengono che l’arte contemporanea sia in realtà una truffa, una sequenza di imbrogli orditi ai danni degli acquirenti facoltosi e dei musei da alcuni artisti (o presunti tali) in combutta con curatori in malafede e case d’asta senza scrupoli.

In un articolo di inizio anno dedicato al “grande bluff dell’arte contemporanea” la rivista “Books” pubblica un articolo (della rivista letteraria colombiana  “El malpensante”) nel quale Avelina Lesper, critico d’arte del grande quotidiano nazionale “Excelsior”, analizza il modo dogmatico e autoritario dei critici e dei curatori di decidere cosa deve essere considerato arte. 

Essa sostiene che accogliamo oggi nei musei oggetti privi di valore estetico, presentati come arte, a nome del dogmatismo della totale sottomissione ai principi stabiliti da un’autorità.

Nella teologia, il dogma è una verità o una rivelazione divina che ci imponiamo noi fedeli a credere e non tollera alcuna risposta o domande, esiste a priori.

Dogma è una convinzione, perché senza l’intervento della fede non può essere assimilato con la conoscenza.

Il teorico dell’arte Arthur Danto confronta alla fede cristiana quella che trasforma un oggetto della vita quotidiana in un oggetto d’arte, secondo lui è in questa trasfigurazione che sta il significato del lavoro. Non è un caso che Danto usi un termine religioso.

É perfettamente intenzionale, un modo per dire che il critico non è lì per giudicare il lavoro, ma per credere nel suo significato.

Analizzeremo nelle prossime puntate ciascuno dei dogmi su cui si fonda ciò che può essere chiamata l’ideologia dell’arte contemporanea, nella sua ricerca per la trasfigurazione di cui Danto parla.

Lo trovate qui nella sua versione inglese.